sabato 25 dicembre 2010

4. Paradosso di Olbers

Perché il cielo di notte e’ buio?  (astronomo tedesco Heinrich W. Olbers, 1826).
Se l'Universo fosse infinito nello spazio e nel tempo, ed inoltre omogeneo, stazionario ed isotropo, prima o poi il nostro sguardo incrocerebbe una stella.
La spiegazione più accettata è che l’Universo in cui viviamo ha “solo” 13,7 miliardi di anni e come previsto da Edwin Hubble nel 1929 si espande; per cui la luce subisce uno spostamento verso il rosso ed ad una certa distanza scompaiono dal “visibile”. Inoltre le stelle brillano da “poco” tempo.
 
Un’altra spiegazione interessante è che l’Universo abbia una dimensione frattale inferiore a 2.
Questo implica che ad ogni scala la materia occupa una piccola percentuale dello spazio (es. nucleo/atomo, sole/sistema solare, ecc.)
“Una possibilità puramente statistica è che l'universo visibile abbia una distribuzione frattale, con dimensione frattale inferiore a 2. In questo modo, il limite per r → tenderebbe comunque ad un numero finito.”
 
“En 1907, Edmund Edward Fournier d'Albe s'est attaché à la question de l'organisation de l'Univers et dans son livre « Two new Worlds » a défini un univers hiérarchisé en couches d'étoiles de catégories différentes, dont une partie absorbe la lumière des autres en réponse à un paradoxe connu : pourquoi la nuit est-elle noire alors qu'il y a une quantité incommensurable d'étoiles, si c'est un nombre infini? Son système jugé trop rigide a été réfuté, mais il est considéré comme le précurseur de la théorie de l'Univers fractal et Benoît Mandelbrot cite aussi ses réflexions sur la structure du flocon de neige qui est décomposable en une multitude de sous-structures identiques.”
"Nel 1907 pubblicò il piccolo, ma straordinario libro, Two New Worlds[10] nel quale si trova la prima descrizione matematica di una possibile distribuzione gerarchica delle stelle: fu il primo tentativo di descrizione frattale dell'universo. Nel mondo di Fournier le stelle sono distribuiti in uno spazio infinito, ma la massa all'interno di ogni sfera aumenta in modo direttamente proporzionale al suo raggio (si ricordi che in una distribuzione uniforme, tale massa aumenterebbe in proporzione al cubo del raggio). Il suo libro si occupa sia del mondo microscopico (Infra-World) che del mondo in larga scala (Supra-World) e suggerisce che: «un universo costruito su un modello non molto diverso dal nostro viene rilevato su una piccolissima scala definita e misurabile, e un altro su un scala corrispondente molto più grande». Era eccitato dalla possibilità che un tale universo potesse risolvere i due principali paradossi dello spazio infinito, vale a dire il cielo buio stellato (paradosso di Olbers) e la gravità infinita."
“A different resolution, which does not rely on the Big Bang theory, was first proposed by Carl Charlier in 1908 and later rediscovered by Benoît Mandelbrot in 1974. They both postulated that if the stars in the universe were distributed in a hierarchical fractal cosmology (e.g., similar to Cantor dust)—the average density of any region diminishes as the region considered increases—it would not be necessary to rely on the Big Bang theory to explain Olbers' paradox. This model would not rule out a Big Bang but would allow for a dark sky even if the Big Bang had not occurred.”
 
Abstract - Olbers' Paradox

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